Quest'anno parleremo di come coinvolgere i cittadini e le cittadine nei processi di trasformazione dello spazio urbano
La città è uno spazio comune che tutti noi dobbiamo e possiamo contribuire a rendere migliore e questo seminario nasce proprio per esplorare modelli e tecniche di informazione e coinvolgimento della cittadinanza!
COME ISCRIVERSI
Nel pieno rispetto della normativa #COVID19 e per poter dare la possibilità a tutti di friure del semario in maniera sicura abbiamo deciso di spostare l'evento online, potrete seguire la diretta streaming sul canale youtube di LAQUP o sulla pagina Facebook LAQUP/spazicondivisi
Per iscrivervi potete mandare una mail a comunicazione@laqup.it oppure utilizzare Eventbrite cliccando qui.
Per questioni organizzative vi chiediamo di prenotarvi
entro e non oltre il 19 gennaio 2022.
Il seminario è aperto e gratuito, invitate pure amici parenti e conoscenti!
Luca Staricco
architetto, Professore associato di Mobilità/sistemi insediativi e Pianificazione di area vasta presso il Dipartimento interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del territorio del Politecnico di Torino. È membro dell’Osservatorio Città Sostenibili presso il suddetto Dipartimento. Dal 2005 collabora alla redazione del Rapporto su Torino (Comitato Giorgio Rota - Circolo L’Eau Vive, oggi Fondazione Giorgio Rota).
Gilles Namur
Cristina Caimotto
Alessandra Galletti
architetto e paesaggista, fa parte del team Project for Public Spaces a New York dal 2007, come Direttrice del Design Practice. Esperta di placemaking, è appassionata nella progettazione di spazi inclusivi e accoglienti per le comunità. Le sue conoscenze, abilità e strategie di progettazione consentono alle persone di mantenere cambiamenti duraturi. Attualmente è visiting professor presso il New York Institute of Technology, dove insegna progettazione urbanistica e architettura.
Gwenaëlle d’Aboville
fondatrice dello studio di urbanistica Ville Ouverte (Città aperta), utilizza la partecipazione per fare urbanistica in modo innovativo. Al di là della dimensione tecnica di un progetto urbano, i metodi partecipativi applicati mirano a colmare il divario fra chi fa la città e chi la abita, fra chi ha diritto di parola e chi ne è spesso privato, come ad esempio i senzatetto, i migranti, i lavoratori precari. Per Gwenaëlle d’Aboville, la partecipazione, realizzata in modo trasparente e su grande scala, potrebbe costruire una “città più aperta